maggio 2023
Veicoli elettrici, micromobilità, intermodalità, smart city. Oggetti e concetti che immediatamente fanno pensare a sostenibilità, riduzione delle emissioni, abbandono dei carburanti fossili. In realtà, lo sviluppo e la diffusione di una mobilità a misura d’uomo (e di pianeta) ha molto a che vedere con un altro aspetto relativo agli spostamenti: la sicurezza stradale.
È di pochi mesi fa la proposta, da parte dell’amministrazione di Milano, di estendere il limite di velocità a 30km/h nel centro urbano a partire dal 1° gennaio 2024. Quella milanese non è certo la prima iniziativa: in Europa i precedenti sono diversi, da Berlino, a Barcellona, da Edimburgo a Bruxelles fino a Parigi. In Italia, esperimenti analoghi sono portati avanti da città come Bologna, Parma e Olbia. “Zona 30” non significa semplicemente abbassare un limite di velocità, ma rappresenta un cambio di passo generale della vita urbana, con interventi che mirano a ridistribuire gli spazi urbani, mettendo al centro i pedoni e i ciclisti, invece che le auto.
Secondo l’Agenzia per la Mobilità, l’attivazione della zona 30 determina una riduzione del 20% di incidenti stradali e del 25% del numero di feriti gravi e di morti. Non solo: l’osservatorio economico e sociale “Riparte l’Italia” afferma che portare il limite di velocità a 30 km/h in città potrebbe anche spingere i cittadini a scegliere maggiormente la bicicletta o le soluzioni di micromobilità, altro fattore che indirettamente, diminuendo il numero di vetture in circolazione, porterebbe a un calo di incidenti e vittime. Inoltre, secondo l’urbanista Matteo Dondè, con l’introduzione di un limite di velocità a 30 km/h assisteremmo a una paradossale (ma non troppo) riduzione dei tempi di percorrenza grazie a un minor traffico nelle strade.
Valorizzare la mobilità sostenibile, potenziando l’utilizzo di e-bike attraverso l’implementazione di infrastrutture di ricarica, significa quindi agire per la tutela dell’ambiente e per la sicurezza delle persone.