settembre 2019
Si sente sempre più spesso parlare di monitoraggio energetico per le aziende. Ma cosa si intende esattamente? Quanto è importante tenere sotto controllo i consumi elettrici? E come si può fare?
Da mera incombenza di cui occuparsi e costo da sostenere, l’energia elettrica acquista una nuova identità.
La “materia energia” inizia infatti a essere considerata una risorsa da non sprecare e questa crescente consapevolezza è supportata anche delle autorità competenti che hanno introdotto benefici economici a fronte di interventi virtuosi.
Questo il motivo che ha spinto e sta spingendo sempre più aziende, a partire dalle grandi imprese sino a quelle di piccole e medie dimensioni, ad analizzare i propri consumi per capire come viene impiegata questa risorsa, come è possibile contenerne gli sprechi e ottimizzarne l'utilizzo.
Ma si sa, chi ben comincia... E così il primo passo verso l'efficienza è acquisire i dati necessari a monitorare il consumo di impianti e processi produttivi. Attraverso appositi strumenti di misura, utili a conoscere i consumi di energia in azienda, si riescono ad individuare eventuali anomalie e a introdurre quei piccoli interventi sulle abitudini di consumo che si traducono in concrete opportunità di risparmio.
Dati alla mano, il passo successivo è:
- adottare abitudini di consumo più efficienti e mantenere nel tempo il livello di efficienza desiderato
- determinare il livello di efficienza degli impianti
- allocare i costi di energia e responsabilizzare le unità aziendali
- disporre delle informazioni utili a gestire eventuali processi di certificazione
Quali impianti monitorare
La scelta dei punti da monitorare per individuare la corretta collocazione degli strumenti di misura deve essere valutata in base alle specificità di ogni azienda.
È buona prassi fare un'analisi preliminare che consenta di individuare i macchinari, le aree di stabilimento e i processi produttivi ad alto consumo su cui un intervento di efficienza energetica potrebbe produrre i risultati migliori e applicare a questi gli strumenti di misura.
In linea generale è sempre meglio posizionare anche un misuratore in corrispondenza del contatore generale, questo consente di capire l’andamento complessivo dei consumi e successivamente di ripartire correttamente le componenti individuate come energivore (cioè a forte consumo energetico).
Ma quanti tipi di monitoraggio esistono?
Fondamentalmente due. Il monitoraggio spot effettuato una tantum e quello continuo ripetuto con costanza. Vediamoli da vicino.
Monitoraggio energetico spot
Prevede una misurazione spot dei consumi attraverso misuratori installati temporaneamente sugli impianti. Il risultato è una fotografia della situazione in essere e l’identificazione di eventuali misure correttive rispetto alle condizioni pregresse. Rappresenta un investimento puntuale che tuttavia non permette di misurare nel tempo gli effetti delle azioni intraprese, salvo non investire in un’equivalente serie di misure spot. Resta comunque un ottimo punto di partenza per approcciare la metodologia e sperimentarne i primi benefici.
Monitoraggio energetico continuo
Monitora i consumi di energia e l'efficienza degli impianti nel tempo, permette di eseguire confronti tra periodi temporali differenti, sperimentare gli effetti di comportamenti di consumo modificati e mantenere il livello di efficienza desiderato, in un processo di costante miglioramento. In sintesi, contribuisce a:
- attuare processi di miglioramento continuo e di modifica dei comportamenti di consumo
- identificare le necessità di intervento
- verificare l’effettivo rendimento degli interventi effettuati
- monitorare fenomeni non costanti
- costruire modelli di benchmark o best practice nel breve e nel lungo periodo (confronti stagionali, mensili, eccetera)
Quindi...
Effettuare un monitoraggio energetico è importante per tutte le aziende, indipendentemente da dimensione o settore merceologico: avere consapevolezza di propri consumi consente di adottare comportamenti correttivi, coinvolgendo tutti i comparti aziendali in un percorso virtuoso e più green. Entrambe le soluzioni offrono benefici e ciascuna azienda dovrà valutarle all'interno della propria realtà lavorativa, in base alle proprie peculiarità ed esigenze.